giovedì 1 maggio 2014

27.04.2014 Milano - Walk Of Life di M. Romanini

 Manifestazione con le “spalle grosse” e nobili intenti la Walk Of Life organizzata da Telethon con varie tappe in tutta Italia per portare un messaggio di solidarietà e raccogliere sempre più fondi da destinare alla ricerca scientifica sulle malattie genetiche.

 Lo scorso 27 aprile Milano ha inaugurato il tour che nelle prossime settimane passerà da Napoli, Catania e Roma sostenuto da partner di primissimo livello col patrocinio di tutte le istituzioni locali, politiche e sportive.
 Le premesse per una partecipazione numericamente importante ci sono ma alla resa dei conti ci si ritrova al Parco Sempione in pochi come nel 2012 quando, sempre con Giamma e Ivano, partecipammo alla nostra prima edizione.
 Quale sia il punto critico è difficile dirlo, la giornata satura di eventi podistici, il numero ridotto di premi ai competitivi, la quota di iscrizione, il tempo incerto … sta di fatto che siamo circa 1500 persone per tre tipologie di percorso: 10k agonistica FIDAL, 10k non competitiva e 3k formato family run.
Facile indovinare a quale delle tre ci siamo iscritti noi baracchini …
 Siamo già in possesso del pettorale con chip ritirato da Giamma sabato
insieme al pacco gara che per consistenza fa impallidire quello della MCM.    Qui la maglietta è di cotone ma per il resto non c’è confronto, quali e quantitativamente.
 Punto di incontro in zona Arena Civica, presenza massiccia della “squadra di casa” ovvero i Road Runners Milano insieme a tante maglie gialle marziane e a molti podisti occasionali e molti anche gli stand di associazioni che operano nel campo delle malattie genetiche.
 Utilizziamo una panchina come spogliatoio e dopo aver lasciato in custodia le borse all’interno dell’Arena siamo pronti per un riscaldamento che in compagnia di Giamma ha per me già i ritmi di una gara.

 Partenza ore 10 con la speaker Rosanna Massari a scandire il countdown che precede lo sparo. Percorso di lusso che una volta usciti dal parco ci porta su Corso Sempione con le due corsie centrali chiuse al traffico, per ora ancora assonnato.
 Parto convinto di fare un buon risultato, così sbaglio il ritmo iniziale e devo giocare in difesa nella seconda parte della gara (nella zona della vecchia Fiera Campionaria) in cui vengo superato da diversi atleti peraltro molto più giovani di me. Tranne uno … che essendo calvo non si lascia identificare anagraficamente. Nasce così la personale “mini-sfida” con il potenziale collega di categoria che inseguo vanamente per 3km senza riuscire a colmare i 10 metri di vantaggio che ha preso.
 Però a 30 metri dal traguardo lo aspettano vicino alle transenne due bambine, le sue bambine, e “l’avversario” (lui non lo sa …) si ferma e le prende per mano camminando con loro fino al traguardo.

 Istintivamente mi fermo anch’io, il duello è valido se giocato fino in fondo ad armi pari e così mi aggrego alla passeggiata famigliare fino al tappeto sotto il gonfiabile. 
 Cerco Giamma convinto che possa essere andato sul podio e invece è sesto assoluto, mica male lo stesso! Buon tempo anche per Ivano e mentre ci avviamo a recuperare le borse sono in molti a sostenere che i 10k fossero maggiorati di qualche centinaio di metri.
 Sulla precisione dei GPS ho delle riserve, ma se così fosse non capisco lo psicodramma di avere in classifica un tempo leggermente superiore al dovuto. 
 I veri problemi sono altri e lo scopo di questa corsa dovrebbe ricordarcelo: ci sono bambini destinati a non essere in grado di camminare per tutta la vita e quindi dobbiamo gioire per il solo fatto di poter prendere parte ogni domenica a una manifestazione podistica, con o senza Telethon, con o senza il percorso perfettamente misurato.
 Correre per una buona causa e non per far causa ...

Mike







1 commento:

  1. Certo difficile sapere i motivi della scarsa affluenza. Aggiungerei la "location". Milano è sempre bella, ma forse non la sceglierei per farci una corsetta (già ce ne sono almeno 3 "superaffermate" che attirano gente, MCM, 5:30, StraMilano). Peccato, perché il fine era degno. Ultima parte del racconto particolarmente sentita per me, con un fratello che era malato di distrofia di duchenne. Corro anche per lui. Bye Bye

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