domenica 11 maggio 2014

TRAIL DEL MOTTY 2014. CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA…MA CON COLPO DI SCENA di S.Garavaglia

Io Walter e Valerio abbiamo fatto una levataccia, oggi 11 maggio..per raggiungere Armeno – dove alle 8 era fissata la partenza del trail del Motty.
Non so se hanno riposato di più Gianni, Fabrizio e Pierangelo… i temerari che hanno deciso di raggiungere il luogo di partenza sabato sera, dopo la staffetta sociale, per dormire direttamente su luogo in una palestra messa a disposizione dall’organizzazione, e direttamente per terra con i sacchi a pelo.
Andrea Berra e Roberto, più prudenti e calibrati, hanno optato per la distanza dei 25 km (comunque con 950 mt di dislivello).
La nostra gara invece prevedeva ben 45 km – 2550 mt di dislivello…
Il tempo di constatare, guardandoci intorno, che “ohh… qui oggi sono tutti cattivi”…presa consapevolezza di essere gli unici tapascioni… e via..si parte!
I primi km ho avuto l’onore di correrli vicino a qualche “lupo”… ma li la qualità è alta, e quindi dopo non molto mi ritrovo sola, fortunatamente non per molto, perché vengo raggiunta da Valter.
Al primo ristoro, credo verso il 14 km, mentre ci stavamo abbuffando senza criterio e senza regole, per recuperare le energie perse nelle salite e discese.. vediamo arrivare Gianni, Pierangelo e Valerio ..e così –gruppo ricompattato (purtroppo senza Fabrizio), via che si riparte per affrontare la parte più dura.


Ma veramente dura!! Km interminabili….salite tanto impegnative quanto spettacolari,



pareti di roccia affrontate con le mani a terra cercando di aggrapparsi a qualcosa, addirittura in un tratto abbiamo scalato la roccia attaccandoci alle catene..per poi arrivare quasi in vetta al Mottarone, e trovare la neve,
e poi la nebbia che non faceva vedere niente all’orizzonte, e il freddo, e il vento…e il religioso silenzio dovuto alla fatica interrotto solo dalle lamentele di qualcuno…che prendeva atto del fatto che “oggi l’abbiamo fatta grossa!”… troppo…

Scoraggiati, raggiungiamo il 25 km… ristoro sulla vetta del Mottarone. Guardo il cronometro..non ci posso credere! Ci abbiamo impiegato 5 ore e passa…per fare solo metà corsa!!!
Ci guardiamo in faccia. Provati, anzi distrutti…
Guardo Valerio, Valter, Gianni, Pierangelo…e tutti scuotono la testa, e così sento quello che temevo… e non avrei voluto sentire: “Ragazzi ..ci ritiriamo!” “NOO!!”
“bisogna avere il coraggio di accettare i propri limiti!”…”ci vuole coraggio anche a ritirarsi”…“una volta nella vita va provato anche questo”…
Per me sarebbe stata la prima volta, e non mi sentivo poi così tanto eroe a accettare di ritirarmi, ma non volevo proseguire da sola, lasciando loro all’arrivo ad aspettarmi per così tante ore.
Avvilita e rassegnata, seguo l’esempio degli altri e apro la mia birra.. (tanto oramai è finita qui) mentre gli altri cominciano a cambiarsi in attesa della macchina del servizio scopa, che già avvisata, stava arrivando per portarci all’arrivo.
Ad un certo punto, sento Gianni che chiede agli organizzatori: “siamo ancora in tempo per ripartire???” – “SI”
Quando si dice: l’importanza del LEADER! E’ bastato che si mettesse a urlare “FORZA RAGAZZI …DAI…RIPARTIAMO,…..DAIII” che tutti come sotto uno stato di trance si sono rivestiti, (sarà stata la birra?) abbiamo ripreso con nuovo e insperato slancio il percorso che ci separava dall’arrivo.
Ho visto uomini tramutati in asini raglianti, ho riso a crepapelle, ho corso dopo 8 ore come se il passato non fosse esistito, abbiamo rallegrato un ristoro (che stava già sbaraccando), abbiamo portato a casa una vittoria personale contro una coppia di tedeschi che continuavamo a incontrare sul percorso (Italia 4 Germania 2) abbiamo visto il sole, e poi la pioggia, e dopo la mia affermazione “ci manca solo la grandine”…siamo stati accontentati anche in quello, il tutto affrontato con una gioia da bambini, risate, allegria vera!
L’abbiamo finita per davvero! All’arrivo non c’era più nessuno..o quasi, nessun fotografo… il parcheggio vuoto, zero pubblico.. c’era solo un desolato e ritirato Caprotti seduto sul marciapiede che ci aspettava da ore. Ma noi ce l’abbiamo fatta!!! E non importa se in classifica saremo gli ultimi, se siamo arrivati al limite del tempo massimo! La lezione imparata oggi… è che tutto si può affrontare. Che è bellissimo anche così.. che la forza che danno gli amici riesce a cancellare anche i crampi e la stanchezza.. e che fa niente se gli altri sono più allenati e arrivano nella metà del nostro tempo. Oggi abbiamo vinto noi e la nostra forza di volontà!
Alla prossima

Sara   

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9 commenti:

  1. Bravissimi,con lo spirito giusto si possono affrontare disagi e momenti di sconforto. Alla prossima vedrò di non mancare ( come sono andate le scarpe nuove?
    Pier
    )

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  2. Bravissimi, con lo spirito giusto si possono affrontare momenti di disagio e sconforto. Alla prossima vedrò di non mancare.(come ti sei trovata con le scarpe nuove?)

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  3. Vincit, qui se vincit.....(Chi la dura, la vince) Vi ho pensato quando sono arrivato alla fine dei 26km in 4h50' non importa se all'arrivo non c’era più nessuno, ma c'eravate voi, ed ora la 100.... ciao Roberto

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  4. L'unione e la solidarietà del ns piccolo gruppo ha dato forza e volontà per continuare e arrivare Tutti insieme all 'arrivo !
    Un grazie e un saluto speciale a Caprottik ideatore di questa avventura....anche lui grandissimo

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  5. Mamma mia ! Questa corsa fa venire i brividi solo a leggerne il racconto... Ormai la 100 sarà per voi quasi in "discesa". Grandissimi per tenacia, forza del gruppo e, c'era da scommetterlo, allegria !

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  6. Complimenti a Sara per il racconto dettagliato e scremato di tutto ciò che non si può scrivere in un blog serio e che rimarrà impresso solo nella memoria di noi partecipanti. (ndr: uomini trasformati in asini raglianti....:-):-):-)
    Un'esperienza indimenticabile e irripetibile, perché una pazzia simile non so se la rifarò. ..
    Ciao a tutti
    Pierangelo

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    1. Pierangelo ne sei sicuro? Ne riparliamo tra un anno ...

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  7. Bravissimi! ! Bel racconto. ..ma soprattutto grande impresa!!

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  8. Il racconto è decisamente coinvolgente, brava.
    La domanda che mi pongo ogni volta in questi casi è: eroi o incoscienti?
    Per fortuna tutto è andato bene, quindi eroi con quella dose di pazzia che vi ha portato prima alla partenza e poi a completare la discesa in collaborazione. Sicuramente avventura indimenticabile.
    La corsa è come la musica, ci sono tanti generi e ciascuno suona o ascolta ciò che più gli dà emozione. Il Motty mi ricorda un rock molto hard, lontano dalle melodie classiche che per ora continuo a preferire.

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