
La partenza segue perciò, dopo il dilemma dell'abbigliamento (scelgo il corto, nonostante i 2 gradi), la traiettoria dell'ammortizzamento della fatica, in un percorso che, dalle prove preliminari, si presenta parecchio tosto. Primo 1000 in 3'49'', niente di che, mi mantengo su ritmi accettabili in questo primo tratto di prato che porta in campagna inoltrata, ove lo sterrato comincia ad "ingiallirsi" ed ad assumere la consistenza di terreno brullo e sconnesso, ma non eccessivi, e che quindi mi consentono di non affannarmi.
Il percorso, si diceva, tosto: per 1 km circa il terreno perde la compattezza del restante "giro" (come per ogni tappa, la prova è costituita da 3 giri da 2 km); buche, pendenze, curve a gomito, "ammassi" di terra, sterpaglia e fango si dimostrano validi avversari delle caviglie, che continuamente sono messe alla prova tra uno zig-zag, un saltello ed uno spostamento improvviso. Ma solo dopo aver avuto a che fare con terreno non lineare ed ostacoli di vario genere deve venire il "bello": l'ultimo 1000 è infatti stato organizzato in una piccola porzione di prato, ove l'andatura si assesta con traiettoria "orizzontale". Si zig-zaga, cioè, più volte, almeno una decina, per "tagliare", per "affettare" in tutta la sua lunghezza il prato, macinare chilometri ed incrementarli sino al traguardo finale. "Bello" del tratto finale, reso ancora più tecnico da tronchi interi e pezzi di tronchi da evitare o saltare.
Cronometro, nella parte centrale di gara, che fa segnalare una variazione di ritmo piuttosto normale, e che si stanzia tra i 4'30''/km e i 4'40''/km, fino all'ultimo chilometro, nel quale ritrovo forze che si erano andate affievolendo nel corso del 2° giro, dopo un primo nel quale, con Pier alle spalle, si era riusciti a tenere in vista Fabio De Angeli e Antonio Vasi, rispettivamente primo e secondo assoluti, ma tornate vigorose nel corso del circuito finale.


Defaticamento finale (a base di patatine, salumi, paella e prosecco: vedi foto) e ritorno a casa, pensando già alla mattinata successiva...
Lamberto Colombo
Dal racconto "meticolos-zig-zagante" traggo la sensazione che questo cross ti è entrato nelle vene in modo particolare. Quella parte finale lì poi è davvero un macigno... me la ricordo perfettamente: ti vedi il gonfiabile talmente vicino ma che assurdamente si allontana e qui c'è da fare i complimenti ai costruttori del tracciato. Spiace non esserci stato ma i bimbi hanno sempre le precedenze.
RispondiEliminaCiaociao.
...Enrico.
Giustamente la famiglia ha la precedenza. Concordo con Sam che il percorso non era nulla di eccezionale; giudizio però che va rivisto che si punta l'attenzione sul tratto finale di gara, come ricordi anche tu: distruttivo a livello muscolare m davvero stimolante, di giro in giro.
EliminaProbabilmente sarò presente anche all'ultima tappa del Poker, a Paruzzaro, anche se non è esattamente dietro l'angolo. Magari ci aggiorniamo per quella, dopo la Cinque Mulini, ciao!
Lamberto
Ciao Lamberto, gia' che sarai a Paruzzato, ti consiglio un buon agriturismo per il dopo gara, gestito da una famiglia del posto; si chiama IL MOLINO DEL SABBIONE. Consigliata la prenotazione. A presto
RispondiEliminaivano