La Cento del Passatore, da me amatissima, dopo i
primi cinque anni di soddisfazioni, mi aveva lasciato qualche rimpianto nelle
ultime edizioni. Considerando che, viste le condizioni delle mie
articolazioni, probabilmente questa era l'ultima occasione per ripercorrere la
via Faentina da Firenze a Faenza, da protagonista, e considerando che non
potevo, causa dolori, fare uno straccio di preparazione, mi sono preparato un
piano e, con l'aiuto della fortuna e della mia capa-tosta mi sono tolto una
soddisfazione immensa. Zero preparazione, unica corsetta dell'anno al
parco delle cave, a febbraio?, quindici km. Come tentavo di
riprendere...dolori ai polpacci, sensazioni brutte...da sconforto. Allora
faccio così, faccio riposare tutto e mi presento alla partenza della cento con
allenato il cervello, quello non mi fa male!
Nella prima parte
della gara cerco di guadagnare, senza mai strafare, un paio di orette da gestire
poi su un'ipotetica media di cinque km/ora che serve per completare il percorso
nelle venti ore massime.
A Borgo S. Lorenzo, trentuno km, arrivo in circa
quattro ore invece di sei, ottimo, conosco il percorso, so che da ora in avanti,
in queste condizioni, posso solo gestire, un'ora la posso spendere per ristori,
soste "tecniche",
massaggi, mi resta un'ora, so che la salita della Colla mi
costerà un po', anche in termini di media e di morale, ma la determinazione
c'è.
Una cosa non avevo calcolato, negli ultimi tempi di inattività
podistica, i miei piedi sono diventati "dolci" e, già verso i cinquanta km.
sento pizzicare le piante dei piedi, chi corre sa cosa vuole dire, arrivano
delle vesciche! In pochi km. il dolore aumenta e già verso il
sessantesimo sono nel dramma, come tempi ci starei anche ma come faccio a
camminare per quaranta km. con delle puntine nelle scarpe (la sensazione è
quella).
Ho stretto i denti e anche altre cose, ho stretto tutto
quello che potevo, la voglia di passare ancora una volta sotto a quel traguardo
mi ha fatto superare il caldo secco del pomeriggio di sabato, il freddo pungente
della notte, il caldo di nuovo feroce della mattina di domenica e, contando i
cento metri, non so ancora come, alle dieci e mezza, con mezz'ora di vantaggio
sul tempo limite, ultimo assoluto, questo non mi era mai capitato!, sono
arrivato, felice come una Pasqua e orgoglioso di me stesso, una delle medaglie
che mi tengo stretto e che mi sono costate di più.
Ho parlato di me
stesso, spero possa servire a chi pensa che le difficoltà dello sport e della
vita siano insuperabili, non è così, certo bisogna soffrire, ma con
determinazione e un pò di "pazzia" si può
vincere!
Cosa dire dei miei compagni di avventura, le cifre parlano da sole, posso dire che sono degli "amici" con cui si può intraprendere qualsiasi avventura, che qualch'uno mi ha stabiliato per la prestazione sportiva e la serenità nell'ottenerla, altri per la generosità di rinunciare al tempone per mantenere una promessa, altri per l'intelligenza di rinunciare all'esagerazione che poteva mettere in pericolo la salute.
Cosa dire dei miei compagni di avventura, le cifre parlano da sole, posso dire che sono degli "amici" con cui si può intraprendere qualsiasi avventura, che qualch'uno mi ha stabiliato per la prestazione sportiva e la serenità nell'ottenerla, altri per la generosità di rinunciare al tempone per mantenere una promessa, altri per l'intelligenza di rinunciare all'esagerazione che poteva mettere in pericolo la salute.
Grande Vittorio ci saranno altre occosioni per entrare nella storia, anzi nella storia già ci sei... sei Ultramaratoneta...
Angelo
Angelo che dire.... dopo la lunga inattività qunado ha saputo che eri arrivato in fondo ho detto.... non ci possso credere!!! Sei un grandissimo come grandi sono stati tutti qulli che hanno partecipato. Complimenti ad ognuno di voi. Alla prossima avventura.
RispondiEliminaDavvero sono stati Grandi, tu lo sai cosa vuole dire fare questi tempi, lo hai provato! Io ho ancora un gran mal di piedi, quattro vesciche nere! ma sono felicissimo! ciao e grazie.
RispondiEliminaGrazie Angelo un esempio per tutti
RispondiEliminaPier
Rileggo il tuo racconto e mi rendo conto che è successo davvero! il tanto atteso PASSATORE! ce l'abbiamo fatta! tu senza allenamento hai fatto una cosa esagerata. sarà che sei portato, sarà che sei davvero tosto.. io non voglio credere che sia stato il tuo ultimo Passatore... perchè voglio condividere con te ancora altre avventure di questo tipo! Ricordo il primo anno che l'avevi conclusa...pensavo: E' UN PAZZO!!! eppure sei riuscito a trasmettere a tutti quelli che l'hanno fatta dopo di te, la convinzione che tutto sia fattibile, con la calma e serenita' E DETERMINAZIONE che ti contraddistingue! insomma. SEI DAVVERO UN GRANDE UOMO! sara
RispondiEliminaLo aspettavo questo racconto, ero ansioso di sapere com'era andata e finalmente è arrivato ! Emozionante, coinvolgente, come me lo aspettavo ! Pensare di poter fare questa corsa è già un successo, terminarla un'impresa sportiva e umana. Grandissimi tutti.
RispondiEliminaTanto stupore, invidia, ammirazione!!! ;-) flj the glide
RispondiEliminaAllegro con brio... i Beethoven, della 100km
RispondiEliminaCALCATERRA ha “Suonato” LA NONA
ANGELO ha suonato LA SESTA, meglio conosciuta come “Pastorale”
PIER ha suonato LA QUINTA,
ROBERTO ha suonato LA TERZA, detta "Eroica"
SARA ha suonato LA PRIMA, in Do maggiore
VALTER e BRUNO hanno suonato LA PRIMA, in Do
VITTORIO ha fatto il direttore d'orchestra
si accettano altri interpreti per ingrandire l'orchestra
ciao Roberto
ah, dimenticavo il ringraziamento al travel arranger, Roberto.. che ha reso tutta l'organizzazione impeccabile...dall'hotel, al treno, al ristorante.. Grazie!! sara
RispondiEliminaTrópp búñ, a var püsé la pratica che la gramatica.
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