Martedì 06.01.2015: il
mondo dell'atletica leggera accende i riflettori su San Giorgio su
Legnano e sull'Unione Sportiva Sangiorgese, la società
organizzatrice della 58a edizione del “Campaccio”, definito
all'inglese: cross country.
Sì perchè, leggendone
un po' la storia, scopro che il binomio Campaccio-cross country è perfetto: è proprio nei paesi anglosassoni che, tra la fine dell'800
e l'inizio del '900, sono nati i primi cross, le corse “attraverso
la campagna”.
E mentre la “Cinque
Mulini” della vicina San Vittore Olona era già diventata famosa, i
consiglieri della Sangiorgese (nata nel 1908) in una sera sul
finire del 1956 si ritrovarono a discutere sull'offerta di uno di loro:
Ezio Lombardi, che voleva mettere a disposizione della società un
suo campo che aveva le caratteristiche proprie di quei classici campi anglosassoni.
Fu così che il 10 Marzo
1957 il “Campasc” (che in dialetto locale vuol dire campo
“accidentato”) rinasce con una nuova vita.
I primi concorrenti
furono 25 ma nel corso degli anni questo “campaccio” ha
conosciuto tanti atleti olimpici, italiani ed internazionali, ma anche e
soprattutto la “sua gente”, che di anno in anno sempre più
numerosa arriva per conoscerlo: come ho fatto io martedì mattina.
E mentre io, a tratti
preoccupata ed a tratti sollevata, pensavo a come “onorare” la
sua conoscenza già la prima batteria era schierata alla partenza.
Tifo per il grande Giamma
e l'altrettanto grande Enrico, che già correvano tra il serpentone
degli atleti che dovevano percorrere 3 giri, riscaldamento e tocca
a noi: io e Michele: categoria seniores femminili + SM55 ed oltre,
235 su un totale di 1500 partecipanti per n. 2 giri da 2 km ciascuno.
Superati i primi metri,
dove il rallentamento è d'obbligo per l”effetto imbuto”,
quest'ultimo lo sento anche nelle gambe: non vanno mica tanto...ed il
percorso è ancora tutto in piano…
La parte migliore e, se
fossi stata più allenata, la più divertente sta per arrivare: due
“strappetti” in salita che riesco ad affrontare bene, il secondo
meglio visto che c'era spazio per approfittare della rincorsa in
discesa al primo, poi curve, brevi rettilinei ed ancora curve e
piani, che portano all'interno del campo sportivo.
Il primo giro è
completato, passo il traguardo e sento lo speaker fare i complimenti
a tutti noi passati con un tempo intorno ai 5min. al km... speriamo di
tenere la media … forse ce la faccio visto che nella prima parte del secondo giro
le sensazioni migliorano: riesco a correre più sciolta e, mentre
rimango sguardo attentissimo al terreno e testa concentratissima nel
resistere, sento qualche voce di incoraggiamento che per fortuna mi
distrae, mi fa alzare la testa e sorridere.
Ed ormai mi sono
distratta... diciamo così… nella seconda ed ultima parte il terreno diventa "pesantino", le gambe vanno dove vogliono, i due “strappetti” li
affronto un po' annaspando, cerco di prendere come riferimento
qualche altro atleta che più o meno ha il mio passo per cercare di "non perdere terreno”, siamo all'ultima curva
prima del rettilineo di arrivo: accenno ad un allungo, mi viene
sempre automatico sprintare alla fine, sempre ma non oggi: questo
bellissimo incontro ha “lasciato il segno”.
Chiudo in 19' 29”: in
generale non un granchè ma per me va benissimo così, sono
contentissima di esserci stata anch'io sotto i riflettori... si
perchè, anche se quelli veri si sono accesi nel pomeriggio per poi
festeggiare Janet Kisa, Peres Jepchirchir e Betsy Saina in campo
femminile e Dathan Ritzenhein, Andrea Lalli e Daniele Meucci
in
campo maschile, questo “campaccio” mentre lo percorri, incominci
a conoscerlo, ti “fai portare” oppure "lo affronti" ti trasmette
sensazioni veramente uniche.
Altre foto e commenti su http://andocorri.blogspot.it e su https://corriamotutti2010blog.wordpress.com
Fotografie e commento collaterale su UNTRAGUARDOPERTUTTI.
Ora che hai toccato con... piede cos'è il cross, anche se da un lato l'avevi già fatto a Boffalora, speriamo di aver acquisito nel nostro gruppo una nuova "specialista" in questa "specialità" dell'atletica che ha un fascino tutto particolare e il bello è proprio quello di far fatica ogni volta in modo diverso ma che ogni volta ha un suo modo di essere ricordato. Ti ho vista bene mentre correvi, concentrata al punto giusto e alla fine è arrivata una bella prestazione. Splendido e ricco di storia il commento ma ora... la 5 mulini: è più semplice ed anche lei tutta da vivere, c'è solo una salitaccia breve ma ormai è solo routine.
RispondiElimina...Enrico.
Grazie Michela per la presenza e per il racconto della tua corsa sui prati di San Giorgio.
RispondiEliminaPrometto che l'anno prossimo ti farò correre tra fango e pozzanghere :-)
Giorgio
U.S. Sangiorgese
Bravissima Michela, leggere il tuo racconto è come correre con tè
RispondiEliminaPier