domenica 30 novembre 2014

29/11/2014 - TRAIL DEL CINGHIALE – CASOLA VALSENIO (RA) di S. Garavaglia

E’ quasi mezzanotte quando apriamo la porta dello stanzone buio in questa palestra in un paesino in provincia di Ravenna- messo a disposizione dall’organizzazione, stipato di brandine già cariche di atleti dormienti…e il mio primo pensiero è: come farò a dormire con questa afa?
Prendiamo posto nelle brandine libere, ma ogni movimento su di essa provoca un fragoroso scricchiolio, per cui –per non svegliare tutti - opto per infilarmi nel mio sacco a pelo così come sono, jeans compresi. La sveglia suonerà alle 4… ma già prima avverto intorno a me il risveglio di atleti ansiosi di preparare zaini, mangiare barrette energetiche, scegliere con cura l’abbigliamento tecnico…
Alle 6 – ora fissata per la partenza – è ancora buio. Mi rendo conto che la mia lampada frontale non vale molto… dato che non riesco a sentirmi sicura nei sentieri completamente avvolti nelle tenebre…ma poi arriva l’alba, e così riesco ad apprezzare il paesaggio che mi circonda:
sconfinate vallate alle pendici dell’Appennino tosco- emiliano.
Siamo circa 300 iscritti, tra il percorso da 44 km e quello da 60.
Tra salite su terreni ricoperti di fango, discese ripide e guadi, passano le prime ore … e raggiungiamo il traguardo dei primi 30 km.
Walter per problemi al ginocchio, decide amaramente di fermarsi.
E come in guerra dove alla morte di un soldato i compagni facevano buon uso delle sue cose… alla notizia del suo ritiro, io mi sono appropriata della sua luce frontale prestatagli da Pier.
Io e Osvaldo ripartiamo , per il secondo giro da 30 km.
I km scorrono lenti, corro quando posso correre, e cammino quando non riesco a fare altro, in qualche modo devo arrivare alla fine… ma dove è finita l’adrenalina che avevo alla partenza? Si è tramutata in angoscia all’idea del percorso che ancora mi manca, ma è una sensazione che già conosco…basta aspettare e poi se ne va.
E nel frattempo cerco di svagare la mente, un ritornello di una canzone si impone prepotentemente nella mia mente… da dove mi sarà arrivata poi sta canzone??
Il percorso non lascia tregua…il più duro mai provato fino ad ora credo… le scarpe sono circondate da cm di fango che le rendono ancora più pesanti, o forse sono io che sono distrutta e guardo per terra i miei piedi percorrere un passo alla volta… mi sembra di arrancare.
Ritorna il buio, ma questa volta ho la luce frontale di Pier… magra consolazione, dato che il mio corpo non risponde più agli impulsi, o meglio, la mente non comanda più il corpo. Basta… non riesco più a correre! Solo che così i km diventano lunghissimi.
Siamo circondati da un buio totale. L’unica luce proviene dalle ns frontali. Intorno un bellissimo silenzio impressionante. Non sembra esserci civiltà nei dintorni. Sento fischiare le orecchie, non abituate a tutta questa quiete. E se dovessimo incontrare un cinghiale ora?? Non ci voglio pensare. Non avrei l’agilità necessaria per scappare. Quindi abbasso lo sguardo e mi concentro sul terreno dove metto i piedi.
Chiedo a Osvaldo quanto manca…e la sua risposta mi provoca una crisi di magone: 50 minuti! Tantissimi..

Mi ritrovo emotivamente devastata a un passo dalle lacrime.
So che domani tutto questo sarà solo un ricordo di una bellissima esperienza… è che gli ultimi 7 km di salita non ci volevano proprio.
E infine, tra il buio e la nebbia, ecco che si intravede la luce dell’arrivo!!!
E’ finita! Credo che 60 km con 4300 mt di dislivello siano stati per me una scelta un po’ azzardata, ma volevo provare qualcosa di più difficile, quello che mi sembrava impensabile fino a poco tempo fa, la soddisfazione di riuscire a concludere qualcosa che credevo impossibile, ed ora accantono la stanchezza e fatica, adesso è l’ora di godersi la gioia del traguardo. E del pasta party!


sara 

7 commenti:

  1. Cosa dire, si fa fatica solo a leggere il tuo racconto, mi vengono in mente le notti passate su quelle stesse colline, durante i vari passatore, passate su asfalto, quindi più comode, i ritornelli di canzoni, le preghiere... Tutto combacia col tuo racconto, tutto da' più importanza alla Tua... Vostra impresa. Siete fortissimi, mi mettete le palpitazioni, ora godetevi i meritati trionfi e....... se potete, rallentate un po'.....

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  2. Bravissimi. Sara un'altra conferma, non hai piu scuse quando decidi di fare una cosa la puoi fare ciao
    Pier

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  3. I complimenti per quest'altra avventura portata a termine sono d'obbligo.
    Ci vuole un fisico bestiale per dormire 4 ore e poi smazzarsi tutto quello che hai descritto. Brava!
    Dove non mi ritrovo è nell'incessante ricerca del limite estremo da superare, nei sentimenti di angoscia e paura, nel corpo che non risponde più agli impulsi, nelle crisi di magone.
    Siamo tutti "drogati" di attività podistica, bisognosi dei suoi effetti collaterali benefici sulla psiche e sul fisico. Non perderli di vista perchè gli "sballi" pesanti alla lunga lasciano il segno.

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  4. Dici bene Mike, forse la corsa e tutto quello che gli gira attorno crea una sorta di dipendenza. Mi rendo conto che il trail di sabato è stato un po' al di sopra delle mie capacità, e forse anche a livello fisico sono più le controindicazioni che i benefici.. di sicuro aspetterò un po' prima di cimentarmi ancora in qualcosa di simile...
    Il problema di fondo è che alla fine mi piace, non so fino a quando riuscirò a farli, e quale sarà il limite estremo, ma alla fine, a bocce ferme, posso dire che mi sono proprio divertita. ci vediamo venerdì.. ciao!! sara

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    1. ...Enrico.01/12/14, 21:17

      Da un lato penso che in fondo avete ragione tutti e due. A volte ci si chiede qual'è l'estremo e perchè lo si cerca e forse è quando avremo trovato la risposta che ci porremo i nostri confini. Concordo ampiamente col fatto di non perdere di vista almeno il limite psicologico ma del resto in questo momento è evidente che sei super... ascolta i segnali che il corpo, col tempo ti lancerà "evidenti".
      Ciaociao.
      ...Enrico.

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    2. ...Enrico.01/12/14, 21:26

      ...ma in fondo un po' Vi capisco: anch'io col ginocchio che mi ritrovo non dovrei affrontare i cross invece ne sono così affascinato che non ne so fare a meno e anche quest'anno ci sto dando dentro di brutto...poi se un giorno ci lascerò qualche crociato sul terreno, non potrò certo lamentarmi se non per il male.
      ...Enrico 2.

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  5. Oltre le gambe c'è di più... Cuore, motivazione, orgoglio, testa e anche un po’ di gambe... e naturalmente una buona dose di follia,
    il concetto che in medio stat virtus (la virtù sta nel mezzo), essere umani, significa avere problemi sta di fatto che giunge un momento in cui, se si è tenuto duro, la sofferenza e il dolore, il fiatone e gli acciacchi, lasciano posto alla soddisfazione e al piacere, non credo che ripeterò un’impresa del genere pensi verso la fine della gara e... dopo l’arrivo, è già un’altra sfida. Lavaredo Ultra Trail: 26 giugno 2015 ore 23.00 - 119 km / 5.850 m+ wonder sara... ciao Roberto

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