mercoledì 18 novembre 2015

08/11/15 MARATONINA DI BUSTO ARSIZIO - "LA PROVA DEL PALLONCINO" di Ilario Brignoli


Correva l'anno 2013 e, dalla serie "nella vita bisogna provare tutto o quasi", decisi di iniziare a correre.  Vuoi per la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo dettata dal mio essere spassionatamente curioso, vuoi per il desiderio di mettersi in gioco in uno sport a me semi-sconosciuto arrivai nel giro di pochi mesi a ritrovarmi per la prima volta con un pettorale attaccato alla canotta. Ricordo benissimo quel giorno: era il 29 settembre di due anni fa quando, sotto un diluvio degno di un film horror,  partecipai alla Mezza del VCO in compagnia di Andrea e Stefano . Passarono pochi mesi e arrivò anche il debutto in maratona seguito, nella primavera di quest'anno, da quello nell'insolita distanza dei trenta chilometri della Cortina-Dobbiaco. Fu proprio in quest'ultima occasione che conobbi Gaetano, un vero e proprio "professionista dell'elio", e mi candidai come Pacer alla Mezza di Busto.
Ed eccomi qui, domenica 8 novembre,  in compagnia di due lepri esperte e navigate del calibro di Michele e Silvio, pronto per affrontare la mia prima volta nel "podismo di precisione". Indosso due Garmin ed un braccialetto indicante i tempi relativi ai vari passaggi chilometrici; maglietta verde fluo con tanto di guanti e cappellino coordinati (con l'outfit son peggio di una donna).  L'ultimo lungo l'ho fatto alla Maratona di Torino e oggi dovrò correre ad un ritmo leggermente inferiore sulla metà della distanza. Sembrerebbe facile, perlomeno dal punto di vista della prestazione fisica, ma ci sono altri fattori determinanti per effettuare un buon servizio ed esser degno dell'appellativo di "Angelo del tempo".
Innanzitutto già un'ora prima del via stai facendo il pacer: tutti notano la tua divisa e sbirciano il tempo che hai scritto sulla schiena. Molti ti dicono la fatidica frase  -"Ok, io vengo con te"- . Qualcuno addirittura si presenta: stretta di mano, pacca sulla spalla e la frase si evolve in un clamorosissimo  -" Ci vediamo dopo, ma parti piano mi raccomando! "-  
Esco dal palazzetto per fare riscaldamento: siamo circa una trentina a presentarci per la foto di gruppo prima del via. Qui alla Maratonina Di Busto il servizio pacer non scherza per niente: ci sono pure i palloncini da 1h20min!  
Quest'anno altra grande novità della manifestazione sono le gabbie di partenza: una volta schierato assieme a miei due compagni di viaggio attendiamo il conto alla rovescia lasciandoci approcciare dai numerosissimi "clienti" dell'ora e quaranta.       E' la voce di Davide Daccò a scandire il countdown: orologi che partono precisi precisi  e si inizia a calcolare... oltre trenta secondi da recuperare dallo sparo al passaggio sul tappeto del via. 
I primi tre chilometri risultano dunque un pochino più allegri del dovuto per poi stabilizzarci sulla velocità di crociera da mantenere fino all'arrivo. Il gruppo è numeroso: Silvio detta il ritmo un paio di metri avanti, io rimango di lato a  controllare lo stato di forma dei presenti voltandomi in continuazione e parlando ininterrottamente per quasi tutti i cento minuti di gara. Mi offro inoltre volontario per effettuare un allungo in prossimità dei ristori a raccogliere bicchieri a più non posso per agevolare al meglio i nostri runners. Ad ogni passaggio chilometrico rapido controllo incrociato con Garmin e "bigino" da polso per rassicurare tutti i presenti, anche i pignolissimi del - "Ma perchè non correte in linea tutti e tre? "- sulla puntualità della nostra tabella di marcia mentre Michele è intento a chiudere il plotone poco dietro il sottoscritto.
Qualcuno ha fiato per chiaccherare, qualcun altro non ne ha oppure preferisce semplicemente stare zitto. Imbarazzante scoprire che stai accompagnando a fare il tempo persone che hanno un'esperienza podistica di gran lunga superiore alla tua: un fantastico sole (i maligni dicono sia cosa rara qui alla Mezza di Busto) ci accompagna lungo il piatto e veloce percorso di gara. Arriviamo in prossimità del passaggio all'interno della pista di atletica e di nuovo allungo il passo per fare il pieno d'acqua al ristoro: mi infilo a velocità folle tra il tavolo ed una ragazza addetta ai rifornimenti che si era spostata verso l'interno della pista rischiando di travolgerla... tragedia sfiorata ma ne esco con una decina di bicchieri tra le dita: un servizio di lusso per quasi tutti i presenti!!!!
Arriviamo al quattordicesimo chilometro di questa mezza dalle sembianze primaverili: qualcuno non riesce a tenere il passo e ci abbandona. Superiamo i baracchini Guido, Ivano e Fabio che erano rimasti sempre davanti a noi ma che probabilmente stanno soffrendo il caldo inaspettato di questo inizio di novembre e proseguiamo verso il centro della città per gli ultimi minuti del nostro viaggio. Allo scadere del novantesimo  incitiamo i presenti ad allungare il passo per andare sotto il muro dell'ora e quaranta rimanendo soddisfatti nel vedere che parecchi di loro hanno le forze per farcela. Il centro di Busto ci regala un tifo da stadio e all'ultima curva ci prepariamo per l'arrivo in parata chiudendo in 1h39min52sec, missione compiuta!
Fare il pacer è un'esperienza che vale la pena di provare, dal pre-gara fino al momento in cui si perde il conto dei "grazie" ricevuti all'arrivo ed al ristoro finale. Lunghissima anche la fila dei ringraziamenti da parte mia: grazie a Gaetano per la fantastica opportunità. Grazie a Michele e Silvio per avermi iniziato a questa particolare forma di volontariato. Grazie ai colleghi pacer che mi hanno tirato (per fortuna solo virtualmente su di un social network) le orecchie in occasione del mio recente compleanno. Grazie al blocco del traffico che ha ulteriormente valorizzato una gara organizzata in maniera impeccabile. Grazie al coach Andrea Gornati che riesce a farmi correre anche quando ho a disposizione solo una gamba e mezza. 
Ultimo, ma non da meno, l'angolo delle scuse. Chiedo scusa a chi ha trovato eccessivo recuperare trenta secondi abbondanti in meno di tre chilometri, lo terrò a mente per le prossime volte. Chiedo scusa alla ragazza che stavo letteralmente per uccidere al ristoro in pista, non è da me far del male a una donna . Ed infine chiedo enormemente scusa al bambino che a fine gara cercava dei palloncini e l'ho mandato all'interno del palazzetto dimenticandomi di averne ben tre attaccati alla schiena: l'età avanza e il cervello perde colpi!
Arrivederci al 2016, 
Ilario
Altri commenti e foto su http://andocorri.blogspot.it

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