giovedì 19 aprile 2012

15.04.2012, Milano City Marathon, di G. Costa

Sto bene.
Questo quello che penso svegliandomi domenica mattina. Ho dormito un po’ meno del previsto (il più piccolo dei miei due figli ha avuto febbre alta), ma non importa.
Comincio a prepararmi per la gara: indosso i  “mutandoni ortopedici” acquistati in occasione di un’ernietta inguinale di due anni fa, preparo il marsupio che mi ha sempre accompagnato negli allenamenti e che conto di tenere anche oggi. Si insomma, la tenuta non è elegantissima,  non da “manuale del perfetto maratoneta”, ma anche questo, non importa.
Quello che importa è che oggi si corre!!!

Raggiunta la zona di partenza con il “passante” (ho già incontrato due maratoneti sul treno, alla Stazione di S.Stefano, uno dei quali incontrerò al ritorno), staziono vicino al sottopasso che porta alla partenza. Qui incontro altri del gruppo fra cui Angelo (Angelo ? ma non doveva restare a casa ? Mi dice che Eugenio non è potuto venire … e lui,  non avendo di meglio da fare …. Ma vi sembra normale che uno si svegli al mattino e dice “ma si dai, andiamo a fare una Maratona”. Veramente mitico !).
Dopo la bella giornata di Roma, che Samanta ci ha descritto nel suo emozionante racconto, a Milano piove e fa freddo.
Pian pianino,  lascio gli altri e raggiungo il blocco di partenza. Resto “appollaiato” sotto la copertura di un camion per ripararmi un po’. Poco prima della partenza mi avvicino agli altri del gruppo. Siamo pronti ! Colpo di cannone, sparo di pistola: inizia lo spettacolo ! L’adrenalina è alta e le gambe vorrebbero correre forte. Invece bisogna rimanere concentrati e partire piano. Vedo gli “uomini con i palloncini” (i “pace makers”), ma non mi interessa. Ho preparato meticolosamente la mia tabellina di marcia e intendo tenere il passo programmato, con l’obiettivo di chiudere in 4.15’. Altri del gruppo scattano in avanti. Inizio la gara con Angelo che lascio dopo poco. I primi 5 kilometri sono addirittura più lenti del previsto. C’è parecchia gente e non voglio perdere energie per superare. Tanto ci sarà tempo per recuperare. Già attorno al 10° kilometro rientro in media. Comincio a rilassarmi e guardare in giro. Incrocio e chiacchero con amici vecchi e nuovi. La maglietta dei baracchini (arrivata giusto in tempo: grazie Walter !) ed il nome attaccato dietro (a mo’ di targa), mi rendono riconoscibile. Ogni tanto sento un “dai Guido” o un “Ossona c’è” arrivare dal pubblico: è bello e incoraggiante.
All’ingresso in Piazza Duomo, kilometro 25 / 26, il vento freddo mi dà fastidio. Provo i brividi e perdo concentrazione. Quando guardo il mio satellitare siamo al kilometro 26 e 300 metri e stò viaggando al passo di  4.40’. Veramente troppo per me. Decelero gradualmente e chiudo il kilometro a 5.25’. Bene così. E’ il momento migliore. Le gambe girano bene.
Ma il “muro” è lì che mi aspetta. Lo conosco, l’ho già intravisto in due lunghi di 32 e 33 km. La crisi arriva al kilometro 31 e sino al 35 è dura e devo stringere i denti. Poi va meglio. Bisbiglio “ce la posso fare”. Forse non è proprio un bisbiglio, visto che qualcuno dal pubblico mi dice “Ce la fai, ce la fai !!”. Dopo la crisi, mi sento meglio e, guardato il tempo sul mio crono personale (che ha perso per strada 300 metri circa rispetto alla misura ufficiale), comincio ad accarezzare il desiderio di chiudere in meno di 4 ore. Provo ad accelerare,  subito però una fitta alle ginocchia. Rallento, passeggio. Ci riprovo. Crampo. Questo non me lo aspettavo. Mai avuto crampi in allenamento. Ripenso e riadatto allo scopo un consiglio di Enrico: “Bisogna avere la tenacia di allenarsi bene, ma anche il coraggio di fermarsi se c’è bisogno”. Rientro nel passo programmato. Non c’è però più bisogno di concentrazione. Le gambe sanno quello che devono fare. Mi lascio andare. Il sorriso che già mi accompagnava da qualche kilometro diventa quasi una paresi facciale !!
Con questo passo si arriva, dicono tutti. Così è. Pian pianino mi avvicino all’arrivo. Ormai è fatta. La gioia è grandissima.

Ringrazio Angelo, che con i suoi modi serafici infonde sicurezza, Enrico, perché un consiglio non si rifiuta mai, Michele, che con la sua energia e la voglia di fare “gruppo” non ti lascia solo e tutti gli altri: è stata proprio una bella avventura e, come noto, l’appetito vien mangiando ……

Voglio chiudere con una nota stonata. Non avevo mai partecipato a manifestazioni di questo tipo, ma lo spreco mi è sembrato veramente eccessivo. Quante bottigliette usata per bere un solo sorso ? Quanta frutta sprecata ? Che poi, ha senso mangiare  frutta durante la maratona ? Per quel poco che ho letto di alimentazione e maratona credo proprio di no. Io non l’ho neppure toccata. Non era meglio dedicare un po’ più di risorse alla solidarietà ? Di questo sono amareggiato.

Guido Costa


Commento approfondito sulla MCM, a cura di Giancarlo Frangiamone (CorriamoTutti)

Le foto della giornata, sul sito della MCM, su AndòCorri e su Podisti.net

7 commenti:

  1. Ottima prestazione e bel pensiero finale. Ti rinnovo l'indicazione delle foto (se ne hai, inviamele che le carico nel più breve tempo possibile). A presto, e buone corse.

    Lamberto

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  2. ...Enrico.19/04/12, 11:42

    Anche per te Guido il più è dietro le spalle, il ghiaccio e rotto e se domenica c'era tanta acqua hai certamente nuotato bene. Gotiti questa impresa perchè ormai hai capito che di ciò si tratta... puoi solo andare avanti ma ricorda: "A volte si va avanti... fermandosi un pochino"
    Ciaociao.
    ...Enrico.

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  3. Grazie mi hai fatto correre con tè, questa è una cosa che non mi riesce, riesco solo a correre.
    Condivido la tua nota stonata, sembra il passaggio dei barbari. ciao
    Pier

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  4. Congratulazioni e tanta invidia! Ho chiuso la mia prima maratona più o meno con lo stesso tempo di domenica, l'avevo affrontata senza metodo, ai trentasei km. ero poco sopra le tre ore, poi la crisi tremenda, più di un'ora e mezza per sei km. finali. Tu, invece, hai dimostrato metodo, disciplina, molto bene, ...tuttavia, se mi posso permettere, visto che mi citi nel tuo racconto, conserva sempre un pò di "pazzia", ci rende simpatici e "umani", secondo me i due atteggiamenti insieme ci rendono invincibili. Ancora tanti complimenti...Angelo.

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  5. Bravo Guido, non ti conosciamo ancora bene, ma dal tuo racconto si intuisce che sei un tipo determinato e che sa far tesoro dei consigli ricevuti. Hai corso con la saggezza di un veterano, mi dispiace non averti riconosciuto all'arrivo (nonostante la divisa nuova fiammante ...) e non averti lanciato il nostro grido di incoraggiamento.
    Complimenti vivissimi anche da parte mia!!!

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  6. COMPLIMENTI! mi è piaciuto tantissimo il tuo racconto. Bravissimo narratore..e mi sa tanto..anche bravissimo atleta! il prossimo racconto di una maratona potra' essere il nostro..tra poco più di 2 settimane a Trieste. spero tanto di arrivare alla fine soddisfatta come lo sei tu. a presto.sara

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  7. Che dire ormai avete già detto tutto.
    Comunque grazie per le emozioni che regalate nel leggere
    i vostri racconti.
    Bravissimi Marco e Guido come narratori ,ma grandissimi come maratoneti alla vostra prima 42,complimenti a Pirovano tanto riservato e tanto determinato nel affrontare la sua maratona
    Grandi gli "arlunesi ",fantastico Angelo che si è improvvisato maratoneta domenicale come avesse fatto un 10K.
    Grazie anche a coloro che hanno affrontato la staffetta
    con grandissimo impegno
    Spero di non aver dimenticato nessuno ma tanti erano i baracchini da poterli citare tutti
    Buona corsa...anzi buona maratona a tutti e............
    correte ,correte ....SEMPRE

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