Run for Boston, sottotitolo Siamo tutti maratoneti, ma essere maratoneti non è requisito indispensabile per aderire a questa iniziativa promossa dal Comune di Milano col patrocinio del CONI per commemorare il vile attentato messo in atto a Boston.
Quello che conta è condividere il segnale che questa marcia vuole dare, cioè solidarizzare con chi è stato colpito da questa tragedia durante una pacifica giornata sportiva, in un momento di festa come è quello dell'arrivo di una maratona dove si uniscono le emozioni di chi corre e di chi è lì per tifare.
Quello che conta è condividere il segnale che questa marcia vuole dare, cioè solidarizzare con chi è stato colpito da questa tragedia durante una pacifica giornata sportiva, in un momento di festa come è quello dell'arrivo di una maratona dove si uniscono le emozioni di chi corre e di chi è lì per tifare.
Mi organizzo per poter essere presente, il ritrovo è alle 15 in Piazza Beccaria, dietro al Duomo a due passi da Piazza Fontana, celebre purtroppo per un'altra bomba. Tanto per cambiare piove, affari d'oro per i venditori ambulanti di ombrelli mentre i milanesi intenti allo "struscio" domenicale si rifugiano sotto i
portici di Corso Vittorio Emanuele che diventano impraticabili.
portici di Corso Vittorio Emanuele che diventano impraticabili.


La pioggia smette di scrosciare mentre scrosciano applausi per i brevi discorsi dell'Assessora (non è un errore) allo sport e tempo libero Chiara Bisconti, di Capitan Fabrizio Cosi e del Console degli Stati Uniti a Milano Kyle Scott.
C'è un clima da missione marziana, podisti mischiati tra la gente che affolla il centro città, qualcuno non capisce, qualcuno si orienta leggendo i pettorali che ci hanno fornito, qualcuno (forse americano) applaude.
Arriviamo tra gli ultimi, molti se ne stanno già andando, è il momento di qualche foto ricordo e vista l'estrema cordialità del console Scott mi faccio immortalare insieme a lui.
Bella iniziativa, tempestiva, semplice, ben organizzata, molto partecipata: "Milan cul cör in man" si usa dire, ma da qualche tempo un pezzo di cuore è anche "nei scarp de tènis" con cui si corre.
Bella iniziativa, tempestiva, semplice, ben organizzata, molto partecipata: "Milan cul cör in man" si usa dire, ma da qualche tempo un pezzo di cuore è anche "nei scarp de tènis" con cui si corre.
Quale nostro miglior ambasciatore del nostro President? ;-) Thanx so much
RispondiEliminaDici bene Mike, "vile attentato". E pensando al bimbo ucciso, ho pensato che anche i miei dovevano venire a Milano ad accogliermi all'arrivo (poi non sono venuti per "instabilità metereologica") e questo pensiero mi ha rattristato. Davvero una brutta pagina.
RispondiEliminaGrazie per aver portato la testimonianza di solidarietà del nostro gruppo !
Guido