Pubblichiamo un'avvincente cronaca della 3a Brescia No Limits, svoltasi Domenica 3 Luglio, redatta da Laura Amisano che ha gareggiato nel team Continuavano a chiamarli trinità in compagnia di Giuseppe Macis e di Matteo Fusè.
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Chi ha nascosto la gallina?
Di Laura Amisano
Per settimane ho fantasticato su come si fa ad acchiappare una gallina, per giorni e giorni la gallina è stato il simbolo di qualcosa, di una giornata di allegria; il popolo della gallina, che è un animale stupido ma tutto sommato simpatico, era il popolo capace di correre e fare cose strane e inutili, solo per il gusto di farlo.
Ma la gallina non c’è stata.
Questo non ha reso meno divertente la giornata di domenica scorsa, a Brescia, in occasione della Brescia no Limits, 5a edizione. L’acronimo ricorda un istituto di credito, ma in questa particolare banca l’unica cosa che si può depositare è il divertimento, e anche un po’ di fatica.
Siamo partiti in gruppetti, chi ha dormito in loco, per non alzarsi troppo presto, chi è partito da sud, chi da nord di Milano. Appuntamento a Brescia, al massimo alle 8.00. e Lì c’eravamo tutti, noi popolo di una gallina che non ci sarebbe stata, e forse lo avevamo anche intuito. Ma che importa? Vestiti di canotte verdi maldestramente dipinte in finto mimetico, e con i giallissimi (colore marziano) nomi delle squadre, ci siamo mescolati alle altre squadre. L’idea è quella di correre per venti chilometri, superando numerosi ostacoli, più o meno difficili. Così allo sparo si inizia con un furgone messo di traverso, sul quale lascio il primo stinco sano, ripartendo lesta con uno stinco solo J poi viene il fuoco, che più che altro è fumo… (ma dov’è l’arrosto? E la gallina?), ci chiniamo per non soffocare aspettando il turno per salire sul prossimo e ci inerpichiamo sul primo cavallo di Frisia, per chi non lo sapesse è un coso alto tre metri fatto di legno, si sale di qui, si scende di lì, scavalcandolo. I tronchi trasversali fanno da pioli… insomma, quando sono stata su, ho pensato “uhm?!” ma poi ce l’ho anche fatta a non cadere, e via correndo verso i covoni di paglia, salta, spingi, spingiiii il culone pesante! E lì ho lasciato un po’ della pelle delle